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Industria del Merletto

Si ringrazia il Comune di Fagagna per aver messo a disposizione i materiali storici, patrimonio del Museo della Vita Contadina Cjase Cocèl di Fagagna (Udine).

 

Nel settembre del 1891 i Conti Cora e Detalmo di Brazzà Savorgnan tennero nel parco del Castello la prima Mostra Agricola Friulana di emulazione fra i contadini. Ciò che più attrasse l’attenzione del pubblico fu un gruppo di bambine con il tombolo sulle ginocchia e i fuselli in mano che eseguivano semplici punti di merletto. Le giovani contadine erano state istruite dalla Contessa che aveva imparato l’arte del merletto a fuselli dalla madre e dalle zie di ascendenza quacchera. L’abilità di riprodurre modelli antichi, ma anche di ideare merletti in sintonia con le mode del momento, diventerà un elemento caratterizzante del modello delle Scuole Cooperative.

 

La Contessa seppe abilmente coinvolgere nelle sue imprese personaggi illustri, come il Senatore del Regno Gabriele Luigi Pecile (Fagagna 1826 - 1902) e scegliere valide collaboratrici. Dorina Bearzi, una maestra merlettaia che l’aveva affiancata fin dall’inizio, divenne la direttrice delle sette Scuole Cooperative di Brazzà (Brazzà, Fagagna, Santa Margherita, Martignacco, San Vito di Fagagna, San Daniele, Udine). Le scuole erano strettamente connesse con quella di Brazzà, poiché la Contessa forniva filo, fuselli, modelli, disegni, garantiva numerosi e ricchi canali di vendita dei merletti, curava gli aspetti amministrativi e promuoveva la produzione partecipando a Mostre nazionali e internazionali. Vittorio Stringher, esponente di rilievo della cultura agraria friulana, definì Cora “maestra di vita e di stile” ed elogiò il Brazzà system e il ruolo fondamentale della sua fondatrice.

 

Pagine dal Campionario Scuole cooperative di Brazzà, merletti originali e riproduzioni mediante campione di merletti antichi a fuselli, Torreano di Martignacco, Friuli, Italia,  fine XIX sec. 

 

Pagine dal Campionario della Scuola Merletti di Brazzà, S. Margherita (Udine), Italia.

 

Nel 1917, mentre la Scuola si stava preparando a festeggiare il venticinquesimo anniversario della sua fondazione, tutto si fermò bruscamente sotto l’ondata distruttiva dell’invasione austriaca. Dopo la Prima Guerra Mondiale Noemi Nigris (Fagagna 1872-1954) ricevette in eredità tutta l’attrezzatura e le suppellettili della scuola di Brazzà. Lo scrittore Chino Ermacora definì “merlettaie della regina” le allieve della scuola di Fagagna quando seppe che la Regina Madre, Margherita di Savoia, aveva scritto a Noemi Nigris: …Se avverrà che la scuola non abbia lavoro, mi scriva, ho sempre tante cose da fare, le darò sempre commissioni…

Per quanto riguarda quanto rimane della memorabile impresa della Contessa Cora di Brazzà, molto si deve agli studi svolti nel 1983 in occasione della mostra “I merletti cosmopoliti di Brazzà e Fagagna”, promossa dal Comune di Fagagna e dall’allora Sindaco Elia Tomai. Diversi esperti, fra i quali Novella Cantarutti, Attiliana Zanetti Argentieri, Gilberto Ganzer, Mariangela Topazzini Tondello, Elisabetta Brunello (alla quale va il merito di aver recuperato molti materiali), collaborarono alla ricerca che si avvalse anche del contributo di Doretta Davanzo Poli e Alessandra Mottola Molfino: studiose di fama internazionale, che non esitarono a giudicare le produzioni friulane allo stesso livello dei più famosi pizzi di Burano e Palestrina. Il momento fu favorevole per le positive sinergie che mise in atto e per i significativi risultati che furono ottenuti, fra cui il più evidente fu la costituzione del primo nucleo della collezione tessile del Museo della vita Contadina di Cjase Cocèl Fagagna (Udine).

 

Testi e immagini a cura di Carmen Romeo.

 

La stampa americana elogia i merletti friulani e l'impegno della Contessa di Brazzà